Madri assassine. Diario da Castiglione delle Stiviere by Adriana Pannitteri

Madri assassine. Diario da Castiglione delle Stiviere by Adriana Pannitteri

autore:Adriana Pannitteri [Pannitteri, Adriana]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 8887803773
editore: Gaffi
pubblicato: 2006-05-31T16:00:00+00:00


Simona è stata assolta perché ritenuta incapace di intendere e di volere al momento della tragedia. Al processo, con rito abbreviato, è stato stabilito un percorso terapeutico in una casa di cura per dieci anni. Per questo Simona è ora a Castiglione delle Stiviere.

C’è una domanda che aleggia nel colloquio con Simona, una domanda silenziosa. Arriva quasi inevitabile proprio quando abbiamo smesso di rievocare il passato e per assurdo cerchiamo entrambe una conclusione, un modo per congedarci, pensando al futuro. Perché, per quanto possa sembrare inconcepibile, la donna che mi sta davanti è viva. Dorme, mangia, comunica, vede la televisione. Esce da Castiglione per brevi passeggiate considerate come un premio. È già andata una volta a casa a trovare i suoi genitori e da loro, mi dice con fermezza, andrà a vivere un giorno per ricominciare, magari cercando un lavoro. Con un sorriso che vuole sembrare vero ma non le illumina lo sguardo dice che non può fare altro. Perché non si può cancellare il passato e non si può tornare indietro. Si può solo, ripete, andare avanti. Deve continuare a dirlo anche a se stessa. Forse per non crollare.

Un’altra volta. Così quando quella domanda arriva tra noi è come se il sipario scendesse su una commedia e i protagonisti, per un attimo immobili, fossero costretti loro malgrado a togliersi la maschera e tornare sulla scena svelando un altro volto. Il vero volto.

“Sì” risponde mentre gli occhi cambiano colore e sono ora pieni di pagliuzze cupe “mi sono chiesta mille volte perché quel signore è passato vicino al lago con il cane e mi ha vista. Mi sono chiesta perché non è passato un attimo prima per salvare i miei bambini. Perché mi ha salvata? Bisogna essere craggiosi anche per rischiare la vita e fare una cosa del genere! Io dico perché non mi ha lasciata lì? Perchè devo vivere e i miei bambini sono morti?”

Piange e le lacrime colano giù troppo in fretta per poterle fermare. Ne è come sorpresa e spaventata. Un senso di liberazione che deve aver concesso poche volte a se stessa. Singhiozza, piano, quasi avesse paura di far rumore.

Le lacrime continuano a scendere. Volge lo sguardo lontano, ha vergogna di tutto questo. La bocca le si serra in una smorfia. Trattiene fiele e dolore.

Sin quando, atroce, esplode in un grido.“Io dico… maledetto quello che mi ha salvata”.



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